Giuseppe Viviani (San Giuliani Terme 1898-Pisa 1965)
La sua prima fase artistica (1916-1940) è stata una lunga stagione di pratica e studio. Ai primi lavori con la ceramolle, presto affiancò puntesecche e acqueforti, e con il passare degli anni aumentò l'intreccio segnico e la ricercatezza dei passaggi chiaroscurali. Intorno alla metà degli anni Trenta, raggiunta una certa sicurezza nei propri mezzi tecnici, il dominante naturalismo del suo lavoro precedente fu sostituito, sia nell'incisione che nella pittura, da un personale tono favolistico. Dopo le prime sperimentazioni con la puntasecca, la ricerca nel campo delle arti grafiche portò Viviani a preferire, negli anni Trenta, l'acquaforte, che gli consentiva una più attenta calibrazione dei neri e dei chiaroscuri. Le prime lastre particolarmente apprezzate precedettero la Seconda Guerra Mondiale; in questi anni l'artista presentava soprattutto nature morte. Nel dopoguerra raggiunse la fama e per l'artista iniziò un periodo di successi con la partecipazione a importanti mostre e concorsi internazionali di incisione. Viviani scelse negli anni Cinquanta di non uscire da Marina di Pisa e di non inserirsi in gruppi o movimenti, preferendo condurre una ricerca solitaria su temi ricorrenti. Raffigurò luoghi della quotidianità affollati da oggetti comuni, in ambientazioni spesso poco rispettose dei rapporti dimensionali canonici o delle prospettive regolari. Solo negli anni Cinquanta Viviani praticò in modo sistematico la litografia, ancora una volta su soggetti che spesso riprendevano quelli degli anni precedenti. Nel 1952 vinse il premio internazionale della Mostra del Bianco e Nero di Lugano e successivamente partecipò alla VI Quadriennale di Roma. Premi importanti si susseguirono anche nel decennio successivo, con spicco per la calcografia alla V Biennale dell'Incisione Contemporanea a Venezia nel 1964.