Piero Pizzi Cannella (Rocca di Papa 1955)

L'artista, con il quale abbiamo un rapporto di stima e collaborazione sin dagli anni '90, vive e lavora a Roma. Pur attraversando la sua fase di formazione nel periodo imperante del concettuale, Pizzi Cannella riesce a liberarsi dai dogmi, sperimentando forme espressive nuove e si avvicina in particolare all’arte processuale. Nel ’77 entra a far parte del gruppo de “La Stanza”, Galleria fondata l’anno precedente su base autogestita da alcuni artisti, con il solo scopo di offrire un luogo per un’arte libera. In quest’ultima nel ‘78 Pizzi Cannella organizza la sua prima personale. Poco dopo l’artista sente l’esigenza di abbandonare lo sperimentalismo per tornare al disegno e alla pittura, rifacendosi in particolare ai dipinti di grandi artisti del passato come Pontormo, Caravaggio e Goya. A metà degli anni ’80 il lavoro di Pizzi Cannella viene assimilato a quello di Nunzio e Marco Tirelli nell’ultima scuola romana di Via del Paradiso, dal nome della via dove aveva sede la galleria di Sargentini. Espone poi in via degli Ausoni, assieme agli altri artisti che avevano deciso di spostare il loro lavoro dentro l’antico pastificio. Pizzi Cannella dipinge opere che sono in grado di arrivare all’essenza dell’oggetto rappresentato, spogliate di tutto ciò che è superfluo. L’artista lavora per cicli, come quello dei Bagni turchi, dei Fiori Secchi, dei Giolielli, delle Mappe del Mondo, componendo la sua opera di segni e serie di figure reiterate e codificate. Una sorta di alfabeto che lega la sua produzione e rende ogni opera legata a una precedente e a una potenziale successiva. Nel linguaggio pittorico dell’artista ricorrono elementi femminili come abiti, gioielli e ventagli e altri oggetti che evocano la presenza della donna.